Ritiro Artistico, racconto

Il ritorno da una settimana in paradiso non è facile da gestire. Si viene risucchiati dalla realtà, dalla corsa dopo la lentezza, dal rumore dopo il silenzio ( …e dal caldo dopo il freddo!). Ma credo sia vitale ritornare lassù anche solo per pochi minuti al giorno, per non perdere ciò che è stato costruito e per non lasciare andare tutto il nutrimento assorbito e assaporato.

Il Ritiro artistico sui monti è nato dai racconti che da anni propino alle mie allieve e ai miei allievi durante i corsi di disegno. Del mio amore per la Valle D’Aosta, del paesino che abito di tanto in tanto, delle persone che ho conosciuto, delle esperienze che ho vissuto. Qualcuno, negli anni, è già venuto a trovarmi su, ed è sempre bello, per me, unire le due case di città e di montagna, intrecciarle, contaminarle, quasi a renderle una. Da anni cullavo l’idea di creare qualche giorno dedicato per la mia piccola scuola e condurla su, per condividere i luoghi che tanto amo e per nutrire la suggestione artistica che, in tali spazi, non può che trovare terreno fecondo.

L’occasione perfetta è stata trovata grazie a Paolo Cognetti che abita, da molto prima di me, quei magnifici luoghi e che ha creato un rifugio in legno di larice così bello e accogliente (oltre che perfettamente sostenibile, cosa non da poco) che sembra un’altra Casa che Muta tra i boschi e le montagne. Grazie alla piccola amicizia che condivido con lui ho potuto farne uso e proporlo alla Bottega che muta.

Vorrei dunque provare a raccontare quelle ore e quei giorni, come meglio posso, per chi vorrà leggere.

Ritiro Artistico sui Monti, 19-23  giugno 2023. Estoul, Valle d’Aosta.

La mia giornata cominciava nella piccola casa che abito nel villaggio di Estoul, aprendo gli occhi sui monti fuori dalla finestra e su un’alba che nasceva molto presto. Raggiungevo a piedi il rifugio, prima per il paese poi per il bosco, e trovavo le mie allieve fresche e pronte per la meditazione del mattino. Uso la parola meditazione con un certo pudore, perché non sono una brava meditatrice e non posso fregiarmi di alcun titolo per insegnarla ad altri. Amo però cercarla e praticarla, con tutti i miei limiti, e amo soprattutto condividerla con chi lo desidera, perché ho la certezza che insieme generiamo Bellezza, reciprocamente, nelle nostre anime; e tale bellezza è incredibilmente nutriente. La chiamerò dunque Silenzio o, in alcuni casi, Contemplazione o in altri, Viaggio nell’Immaginazione.

Il primo momento di Contemplazione l’abbiamo vissuto la sera in cui sono arrivate le cinque allieve da Pisa (una di esse era già con me da qualche giorno). Le ho portate su una radura da un lato aperta sulle montagne, dall’altro abbracciata da un gruppo di larici e da un abete che sempre la custodiscono. Per me è luogo d’anima, perché là mi sento immersa in un’aria che mi rende completamente appagata. Siamo state abbracciate dalla notte che stava scendendo e dalla voce del vento negli alberi che ci ha rapite e incantate, dandoci il benvenuto.

Nei giorni precedenti, con Patrizia, allieva e amica, abbiamo camminato insieme per sentieri e cime; sopra Estoul al Corno Bussola per portare i Sogni nel cassetto della Bottega che Muta raccolti nell’ultimo anno e affidarli alla Montagna; verso i laghi Frudière dove ci siamo abbandonate alla contemplazione dell’acqua e dove abbiamo incontrato un meraviglioso serpente, realizzando in seguito -candide!- che si trattava di una vipera; infine al lago di Estoul, il lago del Silenzio, altro spazio d’anima e di casa. Tre giorni di condivisione e preparazione al Ritiro che sarebbe iniziato di lì a poco.

Dunque la mattina, rigorosamente prima di colazione (per loro, perché io baravo e la facevo a casa, altrimenti non sarei mai riuscita ad arrivare al rifugio con le mie gambe!), ci immergevamo in un Viaggio nell’Immaginazione, in silenzio, circondate dal bosco o dall’acqua, o da un prato immensamente e generosamente fiorito.

Quindi la colazione, gustosa e abbondante, servita dal nostro ospite che ha passato il tempo con noi in condivisione e semplicità, facendoci sempre sentire a casa.

Poi le camminate sui monti beandoci di paesaggi e fiori da dipingere, incantate da tanta bellezza. Il Silenzio e la Contemplazione ci hanno sempre fatto compagnia una volta arrivate a destinazione, con meditazioni camminate o in silenzio su rocce e prati; e il giorno del Solstizio abbiamo anche svolto una pratica un po’ buffa ma immediatamente riequilibrata da un intenso saluto al Sole condotto da Patrizia.

Una volta sfamate dai panini di Babette, ciascuna veniva scelta da un quadro naturale da ritrarre e si immergeva nella creazione artistica. Per me era una delizia vederle assorte in mezzo ai prati, su una roccia, in riva al lago a dipingere e a disegnare; un atelier di alta quota profumato e vivo, una Bottega che muta tra rocce e fiori alpini, su acque glaciali e tra alberi indomiti. Sempre difficile era tornare giù e lasciare quei luoghi incantati; ma a consolarci c’era il riposo e poi la lezione d’arte al rifugio, dove ciascuna riprendeva il lavoro fatto sul quaderno artistico e lo elaborava o completava.

La cena, sempre coccolate e accudite da Paolo e Erika con una squisitissima cucina vegetariana, era scambio di sorrisi e chiacchierate, con qualche piccolo gioco al profumo di arteterapia.

Poi tutte andavano a dormire e io ritornavo a casa, sempre a piedi, in un tratto di bosco breve ma buio buio, che mi accompagnava verso casa con un briciolo di paura (paura del lupo, come in ogni favola che si rispetti!) che però cercavo di vivere anche con una certa beatitudine e un fiabesco stupore dialogando con gli alberi e gli spiriti della notte (quelli buoni, naturalmente!).

Il saluto dell’ultimo giorno è stato ‘benedetto’ dall’acqua di San Giovanni, tradizione popolare un po’ religiosa e un po’ pagana, che abbiamo anticipato di un giorno per non perdere l’opportunità di lavarci il viso con tutti i fiori del mondo. La raccolta dei fiori simboleggia la Conoscenza, il Rispetto e la Gratitudine; l’esposizione dell’acqua alla notte, Abbandono e Fiducia. La mattina il bagno con l’acqua piena di fiori, la purezza e la rinascita. Un po’ come il nostro Viaggio, dove abbiamo osservato e ascoltato con rispetto e gratitudine; dove ci siamo abbandonate con fiducia alla montagna, dove ci siamo sentite purificate e rinate, dopo giorni e ore così belle e preziose.

Ecco, ritornare da ore così non è semplicissimo, perché un viaggio tra due mondi profondamente diversi e distanti rischia di scindere due percezioni, anziché unirle.
Ma per lasciare che il tesoro trovato rimanga intatto, per unire anziché disgregare, credo che sia sufficiente, una volta tornate a casa, fare Silenzio. Per rivivere e per ricordare.

Un po’ di Grazie.
Grazie a Paolo e a Erika, che ci hanno ospitate con cura e attenzione (l’attenzione è la forma più rara e più pura della generosità diceva Simone Weil).
Grazie a Barbara, de Il Pranzo di Babette, che ha sfamato i nostri pranzi e, in parte, le nostre colazioni, con la torta più buona del mondo.
Grazie di cuore alle mie meravigliose allieve che si sono trasformate in amiche come farfalle, e che mi hanno seguita (e assecondata!) in tutto: hanno svolto le contemplazioni a digiuno, sono salite a 2500 m (da 1800!) senza batter ciglio, si sono prestate ad alcune pratiche un po’ strane e inusuali, condividendo generosamente le proprie suggestioni; e mi hanno sempre mostrato il loro entusiasmo e incanto nel ritrarre le meraviglie che la montagna metteva loro davanti.
E Grazie, sempre, alla Montagna.

 

6 Commenti

  • Patrizia ha detto:

    Non sono brava con le parole ma alcune immagini di queste bellissime e intense giornate a Estoul sono e resteranno vivide nella mente (e nel cuore): la meditazione di fronte al Cervino; i colori e i profumi dei prati in piena fioritura, con le api indaffarate a raccogliere il polline; le acque vive e gioiose dei ruscelli e delle cascatelle, le acque silenziose dei laghi; le sagome accoglienti e leggere dei larici; il canto dell’onnipresente fringuello, il picchio nero, la vipera e gli altri spiriti dei boschi che sono venuti a salutarci; i riti condivisi con le Belle Donne; la libreria in larice di Paolo da spulciare e rispulciare all’infinito; la finestra sulla Montagna; il suono cullante dei campanacci delle mucche; i colori che ci hanno accompagnate in queste bellissime giornate…

    Immagini che spero un po’ alla volta continueranno a riempire il taccuino e a nutrire l’anima!

    (Grazie Maria per questa bellissima opportunità e per aver condiviso con noi i tuoi luoghi del cuore, i tuoi pensieri e la tua Arte!)

    • Maria ha detto:

      Grazie a te Patrizia. La tua presenza è stata preziosa e mi hai insegnato tante cose, dal canto degli uccelli a un atteggiamento sempre calmo e luminoso. E condividere l’amore per la Montagna è davvero condividere un tesoro (da custodire in vetta!).

  • Francesca ha detto:

    Oltre ai vasti prati con i fiori colorati di giallo di rosa di bianco di rosso bordeaux e altri colori, quello che più mi è rimasto impresso è stata la seconda passeggiata, quella più lunga con i laghi. E quello che mi è più piaciuto di quella giornata nonostante la fatica e la mia lentezza ed i miei scarponi è stata la vista e la presenza di tutti quei ruscelli, me ne ricordo tre di sicuro, che scendevano giù ripidi. Mi riferisco al punto del paesaggio poco prima di salire al lago quando ancora si vedeva la vallata sottostante ed ancora non si intravedeva la vetta. Mi piaceva tantissimo quelľ acqua che scendeva ed il suo rumore e tutta la terra e ľ erba nutrita da quelľ acqua , mi dava un grandissimo sollievo e ammiravo la sua la discesa ripida e impetuosa lungo il pendio… lì mi sono sentita dentro la natura, nonostante i miei battiti del cuore accelerati ero calma e grata. Mi sarei voluta fermare di più ad ammirare la scena, un pò ľ ho fatto ma poi dovevo raggiungervi. Ed anche quando eravamo più in alto mi è piaciuto attraversare i ruscelli/o, e quasi quasi bagnarmi anche un po’ le scarpe in quelľ acqua limpida. Forse avevo bisogno di acqua che mi pulisse dentro. Chissà! E nel cuore mi sono rimaste le meditazioni sciamaniche ❤️. Grazie Maria
    Francesca

    • Maria ha detto:

      Grazie a te Francesca, per la tua condivisione. È verissimo, l’acqua in Valle d’Aosta è una presenza viva ed è bellissimo essere accompagnate dalla sua musica e purificarsi nella sua limpidezza.

  • celia ha detto:

    Condivido in pieno quanto scritto dalle altre partecipanti con parole poetiche! Volevo solo aggiungere come nota personale che sono molto felice di aver sperimentato il taccuino di viaggio. Disegnare o tentare di disegnare anche un particolare di tutto quello che che costituisce l’esperienza vissuta mi permette di puntellare la memoria che sento sfuggire ogni giorno di più. Le foto non arrivano dove invece il disegno riesce…rimangono impigliate nel tratto di matita o nella pennellata anche le sensazioni odorose, sonore e tattili che formano un ricordo a tutto tondo molto più articolato e persistente. Grazie anche per aver insistito a farci usare questo strumeno!

    • Maria ha detto:

      Grazie a te Celia! Il taccuino è davvero uno strumento speciale per ricordare e per far entrare dentro ogni suggestione e incanto.
      Anche io dovrei usarlo di più…!

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