Sarà che i toni del blu sono i miei preferiti, sarà che il blu mi appare come una finestra nell’universo o un tuffo nel profondo dell’anima, ma vagare per il Museo Egizio di Torino è stato un po’ come percorrere un sentiero nel cielo fatto di pietre blu e azzurre. Ho passeggiato in un’epoca lontana e mi sono sentita legata ad essa da un filo di perle che, una dopo l’altra, attraverso le immagini, sono arrivate a me.
Ho ripercorso i miei blu, il mio albero tzunami che mi ha condotto in un nuovo mondo creativo, gli occhi nel blu di una madre perduta, il blu dei miei incubi che incubi non erano (e di cui vi racconterò poi), lo sguardo blu di un leone che cominciava appena a risvegliarsi, il mare, le onde dei miei sogni e di ricordi lontani di emozioni primitive, il blu dell’albero sospeso, infine l’arrivo, oggi, dello scarabeo che è spuntato un po’ così, senza avvertirmi; lo scarabeo che non è ancora finito, che è blu (ma forse più verde, e giallo e rosso) e che, misteriosamente (oppure no?) chiude il cerchio della collana di perle il cui fermaglio era proprio lui, un antico scarabeo blu.
“La mente stessa deve essere immersa in un bagno di blu, essere cosmologica.
L’alchimia ha inizio… nella volta azzurra, nel mare, nella mente che pensa per immagini.
Il caelum è uno stato della mente.
Visualizzatelo come un cielo notturno, disseminato dei corpi aerei degli Dèi,
partecipi di tutte le cose del mondo come loro terreno immaginale.”
James Hillman, Fuochi Blu
(Adelphi, pag. 59,60)
L’idea del filo di perle, purtroppo, non è mia…
ma di Ernst H.Gombrich, La storia dell’arte
(pag. 594-597)
“Il blu, quanto diventa più profondo tanto più invita l’uomo verso l’infinito,
desta nostalgia del puro e del supersensibile.”
Anna Oliverio Ferraris da Kandinsky, Il significato del disegno infantile,
(Boringhieri, pag.90)
Blu è l’abisso dei sogni
Blu è la vertigine del capogiro
Blu è la memoria dell’acqua
Blu è la promessa del cielo
Blu è il segreto muto dei pesci,
Blu sono le Mille e una notte
Blu è il ventre di Ishtar
e la divinità del suo amore nudo,
fertile e nudo
sulla porta di Babilonia.
Vincenzo, vorrei risponderti con un’immagine, che esprima il silenzio in cui desidero avvolgere la tua poesia…
aihmè non sono capace qui, dunque te la invio per strade immaginative, con la speranza che ti arrivi, insieme a un grazie, blu e azzurro!