La mia montagna

By 13 Gennaio 2019Montagna

C’è una regione nei desideri del cuore
dove la volontà può muoversi libera;
terra di ombre e di guglie tormentate,
di fiamme scintillanti di ghiaccio,
di nuvole e di cori di stelle,
terra magica delle altezze;
dove urlano forte i venti e le acque,
abitate dalle fantasie e dalle paure dei sogni.

Geoffrey Winthrop Young

Qualche mese fa ho incontrato questa meravigliosa poesia in un rifugio dove avevo deciso di vivere, in solitudine (relativa, dal momento che era pieno di gente), il mio quarantatreesimo compleanno: la Montagna mi aveva chiamata a stare con lei, come sta facendo da una vita a questa parte, ma in questo ultimo anno con maggiore insistenza. Si vede si era stancata di aspettare che mi decidessi, e mi sono decisa.

L’ho ascoltata, e ho iniziato un cammino nuovo, fatto di tanti passi e innumerevoli sentieri impossibili da raccontare ora approfonditamente. Credo però importante condividere, sia pure in piccola parte, questa esperienza con chi sentisse il mio stesso richiamo, attraverso le suggestioni che mi hanno accompagnata e che hanno sussurrato al mio orecchio e alla mia anima i passi da intraprendere, affinché sappia che, semplicemente, è possibile.

Io non sono una scrittrice, il mio linguaggio è l’immagine, dunque qui mi affido a chi ha saputo esprimere con parole perfette ciò che ho provato quando mi sono trovata sola su una cresta, o in un bosco di larici, su una roccia, o arrancando su un pendio innevato col vento in faccia.
Sono felice, per amor di appartenenza, che sia una donna, e che, contro a ogni convenzione, sia una donna che abbia percorso questa strada da sola. Perché camminare da sola in montagna per me è stata una scoperta di incredibile e di impensabile intensità.

«Ecco, ho scoperto la mia montagna – i suoi fenomeni metereologici, la sua aria e le sue luci, i suoi torrenti che cantano, le sue nevi, le sue lunghe distanze azzurre.
Sono stata lo strumento delle mie scoperte; e anche il controllo dei pulsanti d’arresto dello strumento necessita di apprendimento. Così i sensi vanno esercitati e disciplinati, l’occhio a guardare, l’orecchio ad ascoltare e il corpo va addestrato a muoversi con le giuste armonie.
L’occhio porta l’infinito nella mia visione.
Qui dunque si può vivere una vita dei sensi così pura che si potrebbe dire che il corpo pensi. Ciascun senso, intensificato fino a raggiungere la più acuta capacità percettiva, è in se stesso esperienza totale.
È questa l’innocenza che abbiamo perduto, la capacità di vivere dentro un senso alla volta per vivere in totale pienezza.
Così me ne sto distesa sull’altopiano, sotto di me il nucleo centrale di fuoco da cui fuoriuscì questa rumoreggiante, stridente massa di roccia plutonica, sopra di me l’aria azzurra, e tra il fuoco della roccia e il fuoco del sole, ghiaioni, terra e acqua, muschio, erba, fiori e alberi, insetti, uccelli e animali, vento, pioggia e neve – la montagna totale. Lentamente ho trovato la mia strada per penetrarvi.
Avevo intrapreso il mio viaggio mossa da puro amore.
Non smettevo di abbeverarmene. Non ho ancora finito di bere quella sorsata.
È un viaggio dentro l’Essere; perché mentre penetro più in profondità nella vita della montagna, penetro anche nella mia. Per un’ora sono oltre il desiderio.
Sono. Conoscere l’Essere. È questa l’ultima grazia accordata dalla montagna».
Nan Shepherd, LA MONTAGNA VIVENTE

Alcuni dei libri che mi hanno accompagnata in questo anno di altezze, solitudini e incontri (incontri, perché la solitudine è stato un ingrediente fondamentale, ma ci sono stati anche incontri speciali, che mi hanno riempita e colmata e che mi hanno fatta sentire a casa, senza i quali la mia esperienza non avrebbe potuto essere altrettanto piena e vera):

Le Otto montagne e Il ragazzo selvatico, di Paolo Cognetti.
Terre alte, il libro della montagna, di Carlo Grande.
La Montagna incantata, di Thomas Mann.
Il Silenzio e Camminare, di Erling Kagge.
Camminare e Vita nei Boschi, di Henry David Thoreau.
Alpi Ribelli e l’incanto del rifugio di Enrico Camanni.
Parole, di Antonia Pozzi.
Viaggiare e non partire e Di buon passo, di Andrea Bocconi.
Al ritmo delle stagioni. Un anno di vita in montagna, di Tommaso D’Errico e Alessia Battistoni.
Le ragioni del cuore. Storia di Alison Hargreaves, di David Rose.

Senza dimenticare le radici:

Il Barone rampante, di Italo Calvino.
Le avventure di Huckleberry Finn, di Mark Twain.
Narciso e Boccadoro, di Hermann Hesse.
Donne che corrono coi lupi
, di Clarissa Pinkola Estès.

Dunque… per finire citando Pinkola Estès

Andate nel bosco, andate.
Se non andate nel bosco,
nulla mai accadrà,
e la vostra vita non avrà mai inizio.
Andate nel bosco,
andate.
Andate nel bosco,
andate.

2 Commenti

  • Stefano ha detto:

    Ricordo un gruppo di ragazzi giovani in cammino,chiamati,come non succede a tutti.Il viaggio rallenta,a volte si interrompe,finisce,per alcuni subisce improvvisi e insperati sviluppi.
    Cercarsi attraverso il rumoroso silenzio della natura,la contemplazione e l’ascolto del bello,messo lì per te,da chi a te vuole parlare.
    Buon cammino

    • Maria ha detto:

      Grazie Stefano, che bella immagine: il “rumoroso silenzio della natura, la contemplazione e l’ascolto del bello”. C’è anche una roccia, che ho chiamata La roccia del Respiro, dove quel che scrivi è presente nella sua totalità. Grazie e buon cammino anche a te.

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